Ecco il titolo del libro scritto dal Dott. Gérard Lutte, fondatore del movimento per ragazzi e ragazze di strada a Città del Guatemala, il MOJOCA (Movimiento Jovenes de la Calle). Leggendolo mi sono trovata con un brano molto interessante che vorrei condividere perché riflette ciò a cui penso spesso: i gravi contrasti del mio Paese e il modo atroce in cui l'élite ha rubato e ruba ancora in nome della legge, dell'uguaglianza, della democrazia.
"I LAVORI FUORI LEGGE
Procurarsi la droga, mangiare, bere, comprare i vestiti, curarsi all'occorrenza, divertirsi, richiedono soldi e le ragazze e ragazzi di strada sono costretti a lavorare per guadagnarli. Abitualmente i loro lavori sono illegali e stigmatizzati nella società. Le leggi difendono i privilegi delle classi dominanti, ma anche il linguaggio li giustifica, è a loro servizio, anche quello scientifico che parla di "classe elevata" e di "classe bassa", di "delinquenza" e di "devianza." Sono purtroppo costretto, per farmi capire senza appesantire oltre misura lo stile con lunghe circonlocuzioni, a utilizzare parole come furto, rubare, aggressioni, assalti, prostituzione, per designare le occupazioni lucrative dei ragazzi e delle ragazze di strada. Ma li utilizzerò con più tranquillità d'animo dopo aver precisato che ciò che distingue i lavori delle classi dominanti riguardo a quelli dei ragazzi di strada è che i primi rubano in grande stile, spesso con la copertura della legge, non per sopravvivere, ma per accumulare potere e ricchezze: l'oligarchia guatemalteca è ricca delle terre rubate durante cinque secoli, con esazioni e genocidi, agli indigeni e dello sfruttamento del lavoro di quest'ultimi e delle classi popolari dei "ladinos." I ragazzi e le ragazze di strada "rubando" non fanno che recuperare, anche se non sempre nel modo più appropriato, briciole di ciò di cui sono stati spogliati. E le vere puttane non sono le ragazze di strada, costrette per sopravvivere, a subire qualche sveltina al giorno e neanche quelle che lavorano nelle case chiuse, ma le donne che vivono nel lusso e hanno venduto non solo il corpo ma anche l'anima rendendosi complici dell'ingiustizia. Prostituti sono gli intellettuali che vendono la loro penna e la loro intelligenza al potere."
Lascio liberamente decidere chi è più delinquente: l'élite che ruba di nascosto, supportata dalle "leggi", per continuare ad arricchirsi e per schiacciare sempre con più forza i più vulnerabili e i più poveri... oppure... i ragazzi e le ragazze di strada che rubano per sopravvivere, di giorno o di notte, senza veli e certamente senza una legge che li protegga.
Ma è possibile giudicare senza conoscere il contesto?! Ma è possibile puntare il dito contro qualcuno solo perché giovane, perchè povero, perchè senza tetto? Un uomo con l'abito e la cravatta è più uomo e più importante di un ragazzo vestito umilmente?
Io penso di no.
'Monocando' is a word I invented as a child to refer to a human-size male gorilla doll that sang while playing a music keyboard. He was the star of this fabulous place my parents used to take my siblings and me. It was a time of pure bliss. Today, 'Monocando' represents those years of upbringing in which we were free to laugh, ask, imagine, wonder, create, and simply be ourselves. Through this blog I wish to relive that carefreeness I dearly long. Here, curiosity is a must. Share your monocando!
Thursday, December 23, 2010
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